EP_logo_neg_ITDopo molte presenze e incontri della nostra associazione presso le rappresentanze Europee finalmente i frutti del nostro lavoro: Il Parlamento Europeo ha approvato la risouzione a favore dei thalidomidici lo scorso 15 dicembre.

Qui il testo completo: thalidomide_testo-approvato-15dic2016

Sostegno a favore delle vittime del Talidomide
Risoluzione del Parlamento europeo del 15 dicembre 2016 sul sostegno a favore delle vittime sopravvissute al talidomide (2016/3029(RSP))
Il Parlamento europeo,
– vista la futura modifica alla legge tedesca sulla Fondazione Talidomide, che potrebbe essere usata dal governo tedesco per consentire alle vittime sopravvissute al talidomide, riconosciute come tali da regimi fiduciari stabiliti dai tribunali o beneficiarie di programmi pubblici nazionali, di ottenere un accesso collettivo al fondo speciale per la salute della Contergatnstiftung (Fondazione Talidomide tedesca),
– visto il Decreto Reale Spagnolo 1006/20120 del 5 agosto 2010, che stabilisce la procedura per la fornitura di assistenza alle vittime del talidomide in Spagna nel periodo 1960-1965,
– visto il numero approssimativo di vittime del talidomide nell’UE, tra cui circa 2 700 in Germania (fonte: governo tedesco), circa 500 in Italia (fonte: VITA – Associazione vittime italiane talidomide), 500 nel Regno Unito, 100 in Svezia (fonte: studio DLA Piper) e 200 in Spagna (fonte: Avite Spagna),
– vista la relazione dell’Università di Heidelberg dal titolo “Wiederholt durchzuführende Befragungen zu Problemen, speziellen Bedarfen und Versorgungsdefiziten von contergangeschädigten Menschen (2010-2013)” (Indagini da ripetere ad intervalli in merito ai problemi, le necessità speciali e i deficit di assistenza delle vittime del talidomide), che illustra nel dettaglio i crescenti problemi di salute e le necessità specifiche delle vittime sopravvissute al talidomide e le lacune nel sostegno loro fornito,
– vista la relazione Firefly di gennaio 2015 che evidenza il peggioramento della salute fisica ed emotiva dei sopravvissuti al talidomide nonché le loro necessità future1,
– vista la relazione commissionata dal ministero della Salute dello Stato tedesco della Renania settentrionale-Vestfalia a maggio 2015, che esamina la qualità di vita delle vittime sopravvissute al talidomide e formula previsioni in merito alle loro necessità future (relazione dell’Università di Colonia)1,
– viste le lettere aperte dei presidenti dei gruppi politici del Parlamento europeo, che sottolineano che le vittime sopravvissute al talidomide vivono con dolori debilitanti cronici e hanno necessità non soddisfatte,
– vista la conferenza stampa svoltasi il 27 maggio 2015 al Parlamento europeo a Bruxelles, nel corso della quale i deputati al Parlamento europeo di tutti i gruppi politici hanno evidenziato la necessità di fornire sostegno alle vittime sopravvissute al talidomide in relazione ai loro problemi di salute2,
– viste le celebrazioni commemorative organizzate dall’UE nel settembre del 2015 per celebrare i 50 anni dall’adozione dei primi regolamenti in ambito farmaceutico in Europa finalizzati a proteggere i cittadini dell’UE, il che rappresenta un ulteriore riconoscimento del fatto che un’efficace normativa in ambito farmaceutico rappresenta l’eredità duratura che dobbiamo alle migliaia di morti infantili e di gravi malformazioni congenite causate dall’assunzione di talidomide durante la gravidanza,
– vista l’interrogazione alla Commissione (O-000035/2016 – B8-0120/2016) e la discussione in Aula sul talidomide tenutasi il 9 marzo 2016,
– vista la lettera del 5 marzo 2015 dello studio legale internazionale Ince and Co., che descrive le conseguenze che la mancanza di sorveglianza farmaceutica e la soppressione delle prove degli effetti del talidomide hanno avuto sulla salute delle vittime di tale farmaco3,
– vista la dichiarazione rilasciata dal governo federale tedesco a giugno 2016 sulla necessità di assumersi la responsabilità nei confronti delle vittime sopravvissute al talidomide e di fornire loro un sostegno non burocratico4,
– visto l’articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che il farmaco talidomide è stato commercializzato da Chemie Grünenthal GmbH alla fine degli anni ’50 e all’inizio degli anni ’60 del secolo scorso come farmaco sicuro per il trattamento della nausea mattutina in gravidanza, dell’emicrania, della tosse, dell’insonnia e del comune raffreddore; che tale farmaco ha comportato la morte e la malformazione di migliaia di bambini in molti paesi europei in seguito alla sua assunzione da parte di donne in stato di gravidanza;
B. considerando che documenti risalenti all’epoca dello scandalo del talidomide, verificati in modo indipendente dallo studio legale internazionale Ince and Co., dimostrano che nella Repubblica federale di Germania vi è stata la grave mancanza di una sorveglianza farmaceutica efficace, a differenza di altri paesi, quali gli USA, la Francia, il Portogallo e la Turchia;
C. considerando che ricerche verificate in modo indipendente1 conducono inequivocabilmente alla conclusione che nel 1970 la Repubblica federale di Germania ha interferito con il procedimento penale contro Chemie Grünenthal GmbH, l’azienda tedesca produttrice del talidomide, e che, di conseguenza, non è stato possibile determinare adeguatamente la colpevolezza del produttore; che, inoltre, sono state adottate misure per impedire che venissero intentate cause civili contro tale azienda, il che potrebbe aver precluso alle vittime la possibilità di ottenere giustizia o un sostegno finanziario adeguato ai loro problemi di salute attuali o futuri;
D. considerando che relazioni indipendenti pubblicate in Germania (relazione dell’Università di Heidelberg e relazione dell’Università di Colonia) e nel Regno Unito (relazione Firefly) hanno concluso che le vittime sopravvissute al talidomide necessitano di un sostegno maggiore per le loro esigenze sanitarie non soddisfatte, per la loro mobilità e per poter condurre una vita autonoma, poiché le loro condizioni fisiche stanno peggiorando rapidamente a causa della natura delle loro disabilità e della mancanza di sostegno di cui hanno sofferto nel corso degli anni, dalla loro nascita ad oggi;
E. riconoscendo che, benché alla Germania incomba una particolare responsabilità, gli altri governi nazionali sono altresì responsabili di garantire il trattamento equo delle proprie vittime sopravvissute al talidomide;
F. riconoscendo che i presidenti dei gruppi politici del Parlamento europeo hanno sostenuto, in lettere aperte, gli sforzi volti ad assistere le vittime sopravvissute al talidomide per quanto riguarda le loro esigenze sanitarie;
G. ricordando che nella conferenza stampa svoltasi nel maggio 2015 a Bruxelles, con il sostegno di tutti i gruppi politici del Parlamento europeo, sono state messe in luce le esigenze sanitarie ancora insoddisfatte delle vittime sopravvissute al talidomide;
H. ricordando che a Bruxelles, nel settembre 2015, la Commissione ha celebrato il 50° anniversario dell’adozione della prima legislazione farmaceutica dell’UE, varata principalmente in conseguenza dello scandalo del talidomide; sottolineando che, benché le strutture regolamentari sviluppate successivamente abbiano contribuito alla protezione di milioni di cittadini dell’UE da catastrofi analoghe negli ultimi 50 anni, le vittime sopravvissute al talidomide si trovano a convivere con le dolorose e debilitanti conseguenze del farmaco;
I. ricordando che durante la discussione tenutasi in Aula a Strasburgo nel marzo 2016, deputati di tutti i gruppi politici hanno sottolineato l’urgenza di rispondere alle esigenze insoddisfatte delle vittime sopravvissute al talidomide, e il commissario europeo responsabile per la salute e la sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis ha dichiarato di riconoscere la volontà di trovare una soluzione adeguata per tutte le vittime sopravvissute al talidomide, per migliorare la loro qualità di vita;
J. osservando che vi sono ora sia l’opportunità che la volontà al Parlamento europeo e alla Commissione, conformemente alle norme etiche ed umanitarie, di rimediare ai dannicausati dalla mancanza di un controllo farmaceutico e dalla successiva eliminazione delle prove, che hanno provocato la tragedia del talidomide;
K. ribadendo che nel giugno 2016 il governo federale tedesco1 ha riconosciuto la necessità di assumersi le proprie responsabilità e di fornire un sostegno finanziario, senza procedure amministrative onerose e senza lunghe verifiche individuali;
L. prendendo atto che il governo federale tedesco ha inoltre riconosciuto, nel giugno 2016, che una modifica della legge tedesca sulla Fondazione Talidomide è necessaria e fattibile prima del gennaio 2017;
M. sottolineando che molte vittime sopravvissute nell’UE spesso non possono chiedere un finanziamento per coprire i costi dei servizi sociali, il che costituisce attualmente il principale motivo di preoccupazione per le vittime sopravvissute al talidomide, le quali, avendo adesso un’età compresa tra i 50 e i 60 anni, avranno ancora più spesso bisogno di tali servizi negli anni a venire, dato che le persone che li assistono – spesso i loro partner o familiari – potrebbero esse stesse ammalarsi o morire;
1. esorta gli Stati membri e la Commissione a coordinare azioni e misure con l’obiettivo di riconoscere ufficialmente e garantire un indennizzo alle vittime sopravvissute al talidomide;
2. esorta il governo federale tedesco a cogliere l’opportunità offerta dalla prossima modifica della legge sulla Fondazione Talidomide per permettere alle vittime sopravvissute al talidomide, riconosciute come tali da regimi di assistenza designati da un tribunale o beneficiarie di regimi pubblici nazionali, di avere accesso al fondo sanitario speciale della Conterganstiftung für behinderte Menschen (Fondazione Talidomide per le persone con disabilità) tedesca;
3. chiede che le vittime sopravvissute al talidomide nel Regno Unito, in Spagna, in Italia, in Svezia e in altri Stati membri siano ammesse al regime su base collettiva, qualora il loro status di vittime del talidomide sia stato accettato in buona fede nel loro paese;
4. chiede alle autorità spagnole di rivedere il processo avviato dal governo nel 2010 e di facilitare l’opportuna identificazione e compensazione delle vittime spagnole sopravvissute al talidomide nel quadro del loro regime nazionale, come indicato nella proposta non legislativa sulla protezione delle vittime del talidomide (161/000331), approvata all’unanimità dal Congresso spagnolo il 24 novembre 2016;
5. esorta la Commissione a istituire un protocollo quadro a livello europeo in modo che tutti i cittadini europei vittime del talidomide ricevano indennizzi di importo simile, indipendentemente dal loro Stato membro di origine, e a elaborare un programma UE di assistenza e sostegno (comprendente disposizioni finanziarie e sociali) per le vittime del talidomide e le loro famiglie;
6. chiede alla società Grünenthal di assumersi le proprie responsabilità offrendo un risarcimento e un’assistenza adeguati alle vittime non ancora riconosciute come tali, rivedendo la procedura per il riconoscimento dello status di vittima e instaurando un dialogo con le vittime per rimediare ai danni causati;
7. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al Consiglio e agli Stati membri.

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